Sospensione del giudizio con i fiori di Bach

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Sospensione del giudizio con i fiori di Bach

La sospensione del giudizio o epoché (traslitterazione del greco antico “ἐποχή” ossia “sospensione”) è l’astensione da un determinato giudizio o valutazione, qualora non risultino disponibili sufficienti elementi per formulare il giudizio stesso.

Il giudizio e il pregiudizio sembrano essere tra le dinamiche predominanti in una società che vive e muore di corsa, che non sa darsi il giusto tempo per valutare correttamente le situazioni, le informazioni, gli accadimenti, che pratica il “chiodo scaccia chiodo”, che è in costante fremente tensione, come dice Jung, alla ricerca di un “significato superiore della coscienza”, che però non trova, perché ha scelto consapevolmente o meno di guardare troppo in basso.

[ctt template=”8″ link=”6PzF6″ via=”no” ]Il giudizio e il pregiudizio sembrano essere tra le dinamiche predominanti in una società che vive e muore di corsa, che non sa darsi il giusto tempo per valutare correttamente le situazioni, le informazioni, gli accadimenti[/ctt]

Allora si passa al soddisfacimento estemporaneo degli appetiti inconsci che trovano risoluzione nel buttare fuori il conflitto interiore che viene generato in noi dall’essere costretti a divorare enormi fette di informazione, senza avere ne il tempo ne la consapevolezza necessari per digerirle.

Nel 1827 ad Alexandropoli, in Armenia, vide la luce l’uomo che avrebbe influenzato l’esoterismo occidentale dell’ultimo secolo, Georges Ivanovic Gurdjeff. Egli insegnava ai suoi allievi come prendere facilmente le distanze dagli inopportuni dal giudizio facile. Diceva loro che, quando si è ricevuto un giudizio, è bene attendere 24 ore prima di rispondere perché, solo a mente fredda, distaccati dalle emozioni forti che un giudizio può provocare, si può avere la calma necessaria per valutare correttamente sia il giudizio espresso sia la persona che lo ha formulato.

Epoché o sospensione del giudizio è un processo cognitivo, nonché uno stato della mente, particolarmente implicato nella formazione di giudizi etici e morali. La nozione opposta a questa è quella di pregiudizio, cioè un giudizio formulato in assenza di ragioni oggettive al quale tuttavia viene accordata la piena convinzione di validità. Laddove il pregiudizio conduce a trarre conclusioni o a formulare giudizi in assenza di un numero sufficiente di informazioni, la sospensione del giudizio impone di astenersi da simili atti fino al raggiungimento della necessaria quantità di informazione.

Com’è evidente, nella società contemporanea c’è un gran numero di persone che senza avere una sufficiente quantità di informazioni, giudica gli altri con semplicistica moralità e questo è atteggiamento favorisce quel “divide et impera” che riscuote oggi così tanto successo. Persone contro persone. Popoli contro popoli, ognuno sacrificato a difendere la propria “idea giusta del mondo” senza provare nemmeno a chiedersi cosa l’altro volesse dire.

E spesso capita anche a noi, fagocitati come siamo dalla velocità che ha preso questa piaga dilagante del tutti connessi.

Se ci ritroviamo coinvolti in una dinamica come questa e ci rendiamo conto che giudichiamo facilmente gli altri, i fiori di Bach possono aiutarci a concretizzare quella sospensione del giudizio che ci aiuterà a ritrovare il nostro equilibrio.

Sospensione del giudizio con i fiori di Bach – quali fiori

Beech – BEE – è il primo fiore che possiamo assumere per la sospensione del giudizio.

Beech è proprio il fiore della critica sterile, volta soltanto a sminuire l’altro e questo senso di presunta grandezza che otteniamo nel difendere le nostre opinioni facendo piccole quelle dell’altro, nasce in realtà da una malcelata mancanza d’autostima che necessita di essere compensata. Allora il Beech tipologico inasprisce la critica con l’unico intento di negare l’altro perché nell’altro rivede sé stesso con tutti i difetti che sono di entrambi.

Willow – WILL – la persona Willow è amareggiata a causa delle continue sollecitazioni negative (percepite tali) che la vita gli ha imposto e questo fomenta il ribollire interiore e la conseguente critica dal sapore amaro. Willow è il principe della lamentela. Passa le giornate a cercare ciò che non va bene, non è corretto (secondo i suoi schemi) e, con un borbottio incessante, manifesta la propria contrarietà verso ciò che il mondo esprime. Willow attribuisce la responsabilità degli accadimenti all’esterno e si sente trattato ingiustamente.

White Chestnut – WCH – il giudizio non si ferma mai, non riposa mai. La mente della persona giudicante è sempre protesa verso nuove forme di valutazione della realtà per come dovrebbe essere. Come un disco rotto, il giudicante insiste nel voler trovare una collocazione corretta  a ciò che nel suo sistema di credenze è fuori posto e ne è tormentato. Un chiodo fisso che martella nel cervello per come rispondere, cosa rispondere, come sistemare ciò che non va. Assisterlo con White Chestnut gli porterà una maggiore serenità, poiché il fiore dell’ippocastano ha la naturale capacità di far scemare i pensieri inutili che ci assillano.

Holly -HOL – la rabbia, l’invidia, la gelosia, la vendetta, il sospetto sono componenti che spesso ritroviamo associate al giudizio. La mente del giudicante cova insistentemente per poi esplodere quando pensa di essere stata violata nella sua integrità e questo incrementa il livello delle emozioni negative. La sospensione del giudizio giunge quando questa enfasi emozionale viene finalmente ricondotta alla neutralità.

Rock Water – RWA – l’acqua di roccia ha la capacità di farci sciogliere le congestioni emozionali che derivano dalla rigidità di pensiero. La mente giudicante è estremamente rigida perché non contempla in sé la possibilità che vi sia un altro ordine gerarchico rispetto a quello in cui crede e che possa avere stimoli, percezioni e priorità diverse. Il rigido giudicante asserisce: “Tu sbagli. Io ho ragione. Ma se fai come dico io, sicuramente capirai il verso giusto”. Questa interpolazione nel tessuto della realtà è in realtà un errore di percezione che viene dal voler manifestare la propria presenza e porta alla rigidità, come conseguenza. Il governo dovrebbe restare limitato al proprio regno. Se nel regno vicino si è scelto di non far pagare le tasse o di farle pagare doppie, a noi cosa dovrebbe interessare?

Il rigido invece pretende in una repubblica che si faccia come è giusto. Per lui.

Vine – VIN – tra le sue caratteristiche troviamo aggressività, ambizione smisurata, arroganza, auto-accentramento, autoritarismo, e questo pot-pourri si innesca a causa di un forte investimento energetico trattenuto che, non sfogandosi, spinge la persona a voler avere, nella maggior parte dei casi, ragione.

La logica alla base del giudizio è che c’è sempre un conflitto interiore che ha bisogno di uscire.

I miei lettori affezionati sanno che non amo le formule proprio perché conducono alla rigidità e che quindi queste sono, come sempre, solo linee guida che possono essere liberamente modificate per adattarsi ai bisogni di ognuno di noi, però certo questa è una buona base da cui partire se il problema del non riuscire nella sospensione del giudizio ci attanaglia:

Beech – Willow – White Chestnut – Holly– Rock Water – Vine

Sapendo poi che per andare verso la causalità, dovremo aggiungere dei guaritori come, ad esempio, Chicory – CHI per il senso del possesso, o Vervain – VER per il conflitto interiore derivante dal mettersi in opposizione.

Se invece fossimo noi a dover difendere il nostro spazio dal giudizio degli altri, dovremmo saper “difendere il nostro spazio sacro” e di questo ho già parlato in un articolo precedente. Lo trovi qui.

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