Biografia di Edward Bach: nasce il 24 settembre 1886 a Moseley, villaggio a circa tre miglia da Birmingham, primogenito di tre figli. È un bambino gracile, molto sensibile e intuitivo, ma pieno di vita.
Da giovane è solito passare le sue vacanze andando di villaggio in villaggio, attraversando montagne e dormendo all’aperto, lieto di essere in compagnia della natura.
Dal 1903 al 1906, terminata la scuola, egli, per non essere di peso ai suoi genitori, inizia a lavorare presso la fonderia del padre e, nonostante non ami lavorare al chiuso e con orari regolari, opera prima nei reparti e poi come rappresentante.
Nel 1913 si laurea in medicina e fino al 1930 non lascia Londra, passa poco tempo sui libri, in quanto preferisce girare per le corsie d’ospedale ad osservare i pazienti, riesce infatti presto a capire che: “nel trattamento di una qualsiasi patologia, la personalità dell’individuo gioca un ruolo più importante del corpo“.
Nel 1913 ottiene l’incarico di responsabile medico del pronto soccorso dell’ospedale universitario e successivamente quello di responsabile del reparto di chirurgia d’urgenza al National Temperance Hospital, incarico che è costretto però a lasciare dopo pochi mesi a causa di gravi problemi di salute.
La sua salute non è buona al tempo della prima guerra mondiale, difatti gli viene negato l’accesso al servizio militare. Nonostante questo diviene responsabile di oltre 400 posti letto per i reduci di guerra presso l’ospedale universitario, oltre al suo lavoro al reparto di batteriologia e a quello di assistente clinico presso l’ospedale della scuola medica dove lavora dal 1915 al 1919.
Nel giugno del 1917 ha una profonda emorragia, viene ricoverato d’urgenza e i genitori acconsentono perché venga operato, senza che egli abbia ancora ripreso conoscenza. Le sue condizioni rimangono critiche e il male che lo affligge benché rimosso localmente, potrebbe trasformarsi in metastasi, dicono i medici. La prognosi è di tre mesi.
Sapere che il tempo a sua disposizione è limitato fa sì che, ancora debole e provato, ritorni nei laboratori dell’ospedale per assumere la completa responsabilità del reparto. Questo lo porta a riflettere sul motivo della sua guarigione, egli giunge alla conclusione che: “un interesse totale, un grande amore, una finalità precisa sono fattori decisivi per la felicità dell’uomo sulla terra”, e quindi per la sua salute.
Il suo lavoro sulla tossicemia intestinale diventa sempre più famoso, viene pubblicato sui giornali medici e inserito negli annali della società reale di medicina del 1920.
Dal 1919 al 1922 è batteriologo presso l’ospedale omeopatico di Londra, è così che legge l’”Organon” di Hahnemann, fondatore dell’omeopatia. Egli si rende conto così che esistono molti punti in comune tra le osservazioni fatte da Hahnemann e le sue, seppur giungendovi per strade diverse. “Curare il malato e non la malattia” è il punto d’incontro di questi due uomini.
Da qui fino al 1930 è una continua “escalation di successi” per il medico di origini gallesi, tanto che rinuncia ai suoi incarichi nella salute pubblica, per dedicarsi a tempo pieno alla sintesi dei vaccini che lui stesso ha creato, nei suoi laboratori ed al lavoro nel suo studio. Scritti e conferenze ne ampliano la fama tanto da essere considerato il “secondo Hahnemann“.
Tra il 1928 ed il 1930, Bach scopre i primi tre rimedi floreali, si dedica allo studio di piante ed erbe, con le quali spera di sostituire i sette nosoodi. Un giorno, verso la fine di settembre di quell’anno, reagisce all’impulso di recarsi nel Galles, ne torna ripagato dalla scoperta di due piante: Impatiens(IMP) e Mimulus(MIM). Porta a Londra queste piante e le prepara con lo stesso metodo utilizzato per i vaccini orali. Nello stesso anno inizia ad usare anche Clematis (CLE), e questi sono i primi tre dei 38 rimedi che avrebbero costituito il suo metodo terapeutico.
Comprende che era prossimo a scoprire una medicina completamente nuova, sebbene non avesse ancora ‘idea di come si sarebbe sviluppata. La decisione di abbandonare il suo lavoro sui nosodi, viene ovviamente osteggiata da tutti i suoi amici e collaboratori più stretti, poiché all’epoca, Bach è considerato un genio dal brillante futuro, il suo laboratorio occupa persone a tempo pieno, e gli rende circa 5000 sterline l’anno.
Così nella primavera del 1930 Edward Bach, all’età di 43 anni, si accinge ad iniziare una nuova attività, con un’impostazione di lavoro completamente diversa. Lascia Londra una mattina di maggio dopo aver ceduto il laboratorio, bruciato gli scritti e le pubblicazioni e gettato via il contenuto dei flaconi di vaccino.
Da quando lascia Londra fino alla sua morte Bach non pretende più nessun pagamento per i suoi consigli e le sue prestazioni, ne dai ricchi ne dai poveri. Vive grazie alle donazioni dei suoi pazienti.
Una mattina di maggio all’alba, mentre sta attraversando un campo ancora bagnato di rugiada, lo colpisce l’idea che ogni goccia di rugiada dovesse contenere parte delle proprietà della pianta sulla quale era posata, perché il calore del sole doveva magnetizzare fortemente l’acqua con i principi attivi della pianta stessa.
Nell’estate del 1930 compone la prima stesura del libro “Guarisci te stesso“, che viene pubblicato nell’inverno dello stesso anno. E’ di questo stesso periodo la scoperta di sei nuovi rimedi, facenti parte di quel gruppo che prenderà poi il nome di “12 guaritori”, ovvero:
Chicory(CHI), Agrimony(AGR), Vervain(VER),Cerato(CER), Centaury(CER) e Scleranthus (SCL).
Tra il 1931 e il 1932 egli scopre gli ultimi tre guaritori tra cui Water Violet(WVI), recandosi nel Sussex, Gentian(GEN) e Rock Rose(RRO), e procede alla stesura del libro “Libera te stesso“.
Nel gennaio del 1933 lascia Cromer per Marlow, sul Tamigi, avendo già scoperto i rimedi corrispondenti alle 12 principali categorie tipologiche e avendone sperimentato la validità. Scopre in questo periodo altri quattro rimedi che chiamerà rimedi d’aiuto ” in quanto li considera utili in quelle persone dove il tormento e la preoccupazione per la malattia è diventato parte integrante del carattere stesso.
Scopre quindi: Gorse (GOR), Oak (OAK), Heather (HEA), Rock Water (RWA). Si dedica quindi alla stesura del manoscritto “I dodici Guaritori e quattro Rimedi d’aiuto”, che viene pubblicato nell’autunno del 1933. Bach estrae poi il fiore dell’avena selvatica, Wild Oat (WOA), e poi Olive (OLI), proveniente dall’Italia, per chi soffre ed è esausto a causa delle difficoltà.
E ancora Vine (VIN), con i fiori della vite portati dalla Svizzera, per chi desidera convincere tutti quanti a fare ciò ch’egli vuole. In questo periodo nasce dall’unione di 3 rimedi il famoso Rescue Remedy, che verrà poi perfezionato nella formula che tutti conosciamo, comprendente 5 fiori.
Tra il 1934 e 1935 pubblica “I dodici guaritori e i sette rimedi di aiuto”, lascia definitivamente Cromer, il villaggio di pescatori in cui aveva vissuto e dopo diverse ricerche si stabilisce nel villaggio di Sotwell, in una piccola casa chiamata Mount Vernon, che diventerà il suo quartiere generale e che oggi è sede del Bach centre.
Bach si accorge che la sua ricerca è lungi dall’essere conclusa, e nel marzo 1935 scopre il primo rimedio della nuova serie, Cherry Plum (CHP). Nell’arco di pochi mesi scopre tutti i restanti 19 fiori che compongono il sistema floreale, e siccome è primavera, ed il Sole non è forte come in estate, egli decide, ad eccezione di White Chestnut (WHC), di far bollire i ramoscelli in fiore, lentamente per un’ora, far raffreddare il liquido, dopodiché filtrarlo e prepararlo come gli altri rimedi.
Nell’estate del 1936 inizia a scrivere quella che diventerà poi la versione definitiva del suo testo sui fiori di campo, così come ama definirli, ovvero “I dodici guaritori e altri rimedi“, e lavora inoltre una conferenza intitolata “Le erbe guaritrici“, che espone il giorno del suo cinquantesimo compleanno, il 24 settembre 1936. Verso la fine d’Ottobre le forze cominciano ad abbandonarlo, istruisce i suoi tre collaboratori in modo che dopo la sua dipartita possano proseguire il suo lavoro di prescrizione e conferenze, così come lui lo ha scoperto.
Edward Bach muore la sera del 27 novembre 1936 nel sonno.
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