Quando prendiamo in carico un nuovo studente, gli chiediamo di compilare una serie di questionari sulla famiglia.
Il lavoro che faremo con te è un lavoro multidimensionale, ma spesso le persone non se ne rendono conto.
Quando ti dico che lavorare le ferite emozionali è solo uno degli aspetti della guarigione emotiva, lo faccio con lo scopo di farti capire questa multi-dimensionalità.
La maggior parte delle persone non coglie questa profondità di pensiero.
E si nota dalla moltitudine di articoli divulgativi sulle ferite emotive che ognuno di noi trova in internet, ogni giorno.
La ferita emotiva è uno degli aspetti della psiche, ma voler ridurre tutto l’universo di un essere umano solamente a questo è un po’ come raccogliere le figure dei calciatori Panini o quelle di Heidi, immaginando di fare il giro del mondo.
Il riduzionismo è purtroppo una norma del mondo in cui viviamo.
Il riduzionismo scientifico, per citarne uno, è quello che costruisce paradigmi scientifici in cui, secondo lo stesso, tutti gli esseri umani dovrebbero rientrare.
Dovremmo tutti reagire allo stesso modo agli input sensoriali.
Di fronte, per esempio, a un determinato evento stressorio, che ne so, il fumo di sigaretta, la probabilità dice che è possibile sviluppare tumore ai polmoni.
Ma non succede a tutti. E un evento che non succede a tutti non può, per definizione, essere definito scientifico. Solamente una probabilità.
Ma il riduzionismo semplifica.
Quindi una delle cause di tumore ai polmoni è diventato il fumo di sigaretta.
Anche se questa causa non è oggettivamente riscontrabile nel 100% dei soggetti.
Il riduzionismo è nelle nostre menti, e difficilmente ci abbandona.
È un retaggio non revisionato dell’età infantile.
Detto così sembra strano, ma una o più lauree non sono sinonimo di saggezza e l’intelligenza in termini di IQ non è equiparabile all’intelligenza emotiva, per esempio.
Sappiamo infatti che “Il tutto è più della somma delle sue parti”, ma quando ci troviamo a confrontarci con noi stessi, chissà perché, ce ne dimentichiamo.
Un essere umano è più delle vene, delle arterie, degli organi che lo compongono, che sono uguali per tutti, ma chissà perché quando cerchiamo le cause dello stare male, ci rivolgiamo prima di tutto alla meccanica, invece che alla dinamica.
Allargando il campo di indagine, il riduzionismo si applica a molti altri contesti, inclusa spesso la questione del cambiamento interiore che tante vittime miete.
Ci va profondità, non riduzionismo, per capire e conoscere sé stessi.
Il riduzionismo è il tentativo di trovare un responsabile per la mancata crescita.
La profondità e la saggezza invece ti fanno comprendere che l’origine del disagio è multifattoriale.
Non è sempre colpa del padre.
Non è sempre responsabilità della madre.
È co-responsabilità. Soprattutto tua.
Perché papà e mamma formano innanzitutto una coppia di persone con pregi e difetti, anche nell’educazione.
Quindi pensare di risolvere le ferite emozionali senza prendere in considerazione quali strutture l’hanno originata, lo possiamo considerare riduzionismo animico.
Per cambiare questo atteggiamento è necessario scollare le etichette dalla propria anima per tornare a guardarsi per ciò che si è, oltre le scatole della mente.
Ti faccio un esempio.
Quando siamo pervasi da un’emozione negativa, come ad esempio la tristezza, questa si diffonde a macchia d’olio e spesso non ha confini ben definiti, o almeno, non facilmente individuabili.
Allora molte persone ci scrivono chiedendoci qual è il fiore della tristezza.
Il punto non è quello, anche se Mustard, il fiore della tristezza, ha un grande valore terapeutico.
E se la tristezza fosse, immagina, una macchia d’olio appunto, che galleggia sopra il pelo dell’acqua, e tu assumessi Mustard, faresti scivolare via quell’olio ripulendo l’acqua.
Ma se quell’acqua si sporcasse di tristezza perché i tuoi conflitti interiori ti generano tristezza e tu lavorassi solamente sulla tristezza, quindi sul sintomo e non sulla causa, possiamo presupporre che i conflitti prima o poi tornerebbero?
Si, perché non stai andando in profondità.
Stai applicando il riduzionismo animico.
Questo lo ha suggerito anche Edward Bach: “usa Mustard quando sei triste, Impatiens quando sei impaziente, e così via”.
ma Edward Bach era un grande medico e sapeva leggere l’animo delle persone in profondità, per somministrare sempre i rimedi corretti.
Aveva studiato a fondo le tipologie comportamentali.
Infatti sappiamo che i 12 guaritori, come idea di fondo, si rifanno alle caratteristiche tipologiche di base degli esseri umani. E ne esaltano le peculiarità.
Molte cose ha detto Edward Bach che sono passate sotto silenzio in favore dei fiori da lui stesso scoperti.
Sono tutte racchiuse nelle sue raccolte di scritti, di cui la maggior parte delle persone che ha assunto i Fiori di Bach, non conosce nemmeno l’esistenza.
Se quindi togli l’olio dalla superficie dell’acqua ma non ti immergi per valutare veramente qual è lo stato dell’acqua, cosa contiene, a quale frequenza vibra, non hai possibilità di guarigione animica.
Anzi i conflitti interiori continueranno a ripresentarsi per dirti cosa devi effettivamente fare.
Tutti temono i conflitti, tutti ne hanno paura.
I conflitti invece sono LO strumento di lavoro interiore.
I conflitti ti parlano in continuazione.
Ti dicono cosa non piace alla tua anima. Cosa non dà pace alla tua anima.
Ti dicono in che modo i tuoi ideali interiori più alti hanno bisogno di crescere, e quali parti della personalità invece vanno modificati per smettere di generare dolore.
Allora i Fiori di Bach funzionano come elemento mediatore rispetto a queste due parti.
La personalità è generata da ciò che hai appreso durante l’infanzia e contiene tutti i traumi a cui reagisci e che generano le emozioni negative.
L’anima ti chiede invece di esprimersi nel pieno della sua potenzialità.
Queste due parti in conflitto quindi, lasciano emergere tristezza, per usare l’esempio che abbiamo citato in questo articolo.
Ma la tristezza è solo la superficie e finché non ti prendi cura delle profondità, questa tristezza continuerà a risalire, informandoti che è necessario cambiare approccio.
Ma l’essere umano, si sa, è testardo e ignorante, e per lui cambiare è molto più difficile che continuare a soffrire.
Solo quando la sofferenza supera abbondantemente la soglia di tollerabilità, qualcosa può accadere.
In fondo, prendere coscienza, come si dice oggi, è ne più ne meno, affrontare le parti conflittuali per far si che prevalga il bene.
Lamentarsi del male nel mondo è un atto sterile se non ci confrontiamo con i nostri demoni interiori, li osserviamo veramente per capire cosa fanno delle nostre vite.
Cosa ci impediscono di raggiungere in quanto a libertà, Amore e bellezza.
Io mi sono proposto nei percorsi di crescita che ti propongo, di togliere il riduzionismo animico e di puntare al centro. Al cuore delle dinamiche che ti impediscono di essere chi sei veramente.
Ma questo è un viaggio.
Un viaggio nelle terre interiori a scoprire quali meccanismi ereditati dalla tua famiglia di origine ti impediscono di respirare, di allargare le braccia ed amare
Il viaggio interiore non è una figurina bidimensionale ma, come puoi ben capire, è profondamente tridimensionale.
Le Costellazioni Floreali® affrontano la famiglia da molteplici punti di vista, per permetterti di andare in profondità ad osservare i meccanismi in cui ti incagli e che ti impediscono di raggiungere quella libertà che sperimenti solo nei giorni migliori.
Credo sinceramente che un approccio multidimensionale possa davvero permetterti di fare chiarezza.
Di fare pace.